“L’osteopatia è la regola del movimento, della materia e dello spirito, dove la materia e lo spirito non possono manifestarsi senza il movimento; pertanto noi osteopati affermiamo che il movimento è l’espressione stessa della vita”. (Still, A.T., 1892)
La storia dell’Osteopatia nasce con Andrew Taylor Still (1828-1917). Il suo fondatore, vide la luce in Virginia il 6 agosto 1828. Dopo aver studiato medicina con suo padre, nel 1854 cominciò ad esercitare.
Nel 1864, quattro membri della sua famiglia morirono di meningite spinale.
Il Dr Still, reduce dalla guerra di Secessione in cui aveva assistito a tante morti e deluso dalla medicina tradizionale che non era riuscita a salvare i suoi figli, limitandosi impotente a mezzi terapeutici inadeguati e limitati e a rimedi come salassi e purghe, e ormai profondamente scettico nei confronti dell’uso dei farmaci e della chirurgia, secondo lui necessari solo in casi di urgenza, dopo anni studio e sperimentazioni, elaborò una nuova concezione del corpo umano e un altro modo per curarlo.
Approfondendo gli studi di anatomia e fisiologia (utilizzando i cadaveri degli indiani che di nascosto andava a disotterrare per dissezionarli), riuscì ad ottenere una profonda conoscenza del corpo umano e delle relazioni fra le sue varie componenti. Giunto alla conclusione che molte malattie possono essere curate senza l’utilizzo di farmaci, si convinse che la chiave sta nel trovare e correggere le “malposizioni” anatomiche che interferiscono con la circolazione sanguigna e l’attività nervosa.
Egli sosteneva che tutto ciò che era indispensabile per sostenere la vita fosse già insito e presente all’interno del corpo umano. Cercò quindi di trovare vie non medicinali e non-chirurgiche per migliorare la capacità innata del corpo di guarire se stesso. Focalizzò l’attenzione sulla rimozione meccanica di ostacoli alla libera circolazione dei fluidi e in essi, degli elementi utili e fondamentali alla vita.
La chiave per i processi di autoregolazione e autoguarigione del corpo era questo libero flusso. L’applicazione di questa filosofia e metodologia poteva avere successo nel trattamento di problemi muscolo-scheletrici, come anche per le malattie più severe della sua epoca, come la tubercolosi, la polmonite, la dissenteria e il tifo.
Attingendo a varie fonti di ispirazione, Still giunse a vedere gli esseri umani come macchine meravigliose, create e sostenute dalle leggi di Natura e fondamentalmente capaci di raggiungere la perfezione qui sulla terra.
Il 22 Giugno 1874 è la “data di nascita” dell’osteopatia, giorno in cui Still dichiarò di sventolare la bandiera dell’osteopatia e ne enunciò i principi fondamentali proclamando:
“La regola dell’arteria è assoluta, universale; essa non deve essere ostruita, altrimenti sorge la malattia”.
Decise di chiamare ‘Osteopatia’ questo suo metodo terapeutico, spiegando lui stesso il perchè:
“Ho ragionato così: le ossa sono il punto di partenza che ritengo sia la causa delle condizioni patologiche. Ho combinato ostèon (osso) con pathos (sofferenza) ed ho ottenuto come risultato osteopatia.”
Still sviluppò principalmente due tipi di tecniche: una incentrata sul “ripristino-posizione” delle ossa in rapporto tra loro; l’altra ripristinando il “posto” degli organi in relazione ai principali vasi e centri neurali delle cavità del corpo. Questi due sistemi sono ora conosciuti come regolazioni osteo-articolari e la normalizzazione viscerale.
Nel 1892, fondó la prima scuola osteopatica la “American School of Osteopathy”. In pochi anni si raggiunsero le 500 iscrizioni. Prima di morire Still arrivò a formare più di 5.000 osteopati poichè alla prima scuola, ne seguirono molte altre, in cui fu l’attività di studio e ricerca dei migliori studenti a perfezionare ed ampliare i princìpi medici e filosofici di Still, attraverso l’introduzione di altri sistemi manuali e di tecniche come la terapia cranio-sacrale e il rilascio fasciale.
“L’obiettivo del medico deve essere quello di trovare la salute. Tutti sono capaci di trovare la malattia”
Dal 1930 la professione osteopatica americana adottò un modello medico di formazione che incorporava tutte le pratiche diagnostiche e terapeutiche convenzionali della medicina farmacologica, chirurgica e ostetrica. I laureati all’Osteopathic College o all’Università di Osteopatia negli Stati Uniti sono medici con licenza e sono riconosciuti a livello internazionale come medici osteopatici.
Nel 1953 venne pubblicata la dichiarazione di consenso di Kirksville, nella quale vennero enunciati i princìpi fondamentali della medicina osteopatica:
“L’osteopatia, o medicina osteopatica, è una filosofia, una scienza e un’arte. La sua filosofia comprende il concetto di unità di struttura e di funzione del corpo, in salute e in malattia. La sua scienza include le scienze chimiche, fisiche e biologiche in relazione alla conservazione della salute e alla prevenzione, cura e lenimento della malattia. La sua arte è l’applicazione della filosofia e della scienza nella pratica della medicina e chirurgia osteopatica in tutte le sue branche e specialità.
La salute si basa sulla capacità naturale dell’organismo umano di resistere e combattere gli influssi nocivi dell’ambiente e di compensarne gli effetti; di far fronte, con adeguare riserve, allo stress abituale della vita quotidiana e al grave stress occasionale imposto dagli eccessi dell’ambiente e dell’attività.
La malattia comincia quando questa capacità naturale si riduce o quando viene superata o sopraffatta da influenze nocive.
La medicina osteopatica riconosce che molti fattori indeboliscono questa capacità e la naturale tendenza al recupero, e che fra i fattori più importanti ci sono disturbi locali e lesioni del sistema muscolo-scheletrico. La medicina osteopatica si occupa quindi di liberare e sviluppare tutte le risorse su cui si fonda la capacità di resistenza e recupero, riconoscendo così la validità dell’antica considerazione secondo cui il medico ha a che fare con un paziente, oltre che con una malattia”.